A due anni di distanza dal precedente "Woe is the Reward", Antikatechon torna nuovamente in "casa" Rage in Eden, per rilasciare il suo nuovo album "I Feel Nothing But Repulsion".
Un'opera mastodontica, ambiziosa, quasi 70 minuti di musica, in cui Davide Del Col "scava" a fondo come mai aveva fatto fino ad ora in tutta la sua precedente produzione…
Se alle origini di questo progetto l'opera di Antikatechon si configurava "solamente" come una elegante, ben costruita e ispirata musica di matrice tipicamente dark ambient, basata su strutture ripetitive, e parti melodiche sobrie ma al tempo stesso evocative, con il tempo le strutture e le sonorità sono evolute in direzioni inizialmente imprevedibili, raccogliendo al loro interno elementi di musica industriale, metal, rituale, isolazionista, talora colorate da sfumature quasi "cosmiche"…
Il processo è stato lento e progressivo, e già nel precedente e citato "Woe is the Reward" Antikatechon aveva fatto un notevole "balzo in avanti" in questo senso…
Ma è solo nel presente "I Feel Nothing But Repulsion" che Davide Del Col espande il raggio d'azione a 360 gradi, è solo qui che "apre" tutte le porte, che "scandaglia" gli spazi in ogni direzione, che va a ricercare il dettaglio in ogni dove, che esplora il suono e le trame con la più sincera brama di conoscenza e il più fine spirito di osservazione….
E' solo qui che nulla è precluso, nulla è scontato, nulla è "codificato" a priori…
E' qui che l'universo sonoro di Antikatechon esplode in tutta la sua (pur talvolta intenzionalmente dimessa) magnificenza, portando a compimento un album che è al tempo stesso uno straordinario punto di arrivo, e un'altrettanto straordinario punto di partenza, per quelle che saranno, nel futuro, le nuove possibili "derive" soniche del progetto Antikatechon.
La quasi "epica" title track, sviluppata intorno a droni elettrici circolari, masse di suoni saturi, fragori metallici, parti ritmiche pulsanti, oceani di distorsioni, e semplici ma evocativi giri melodici di chitarra elettrica, vale da sola l'acquisto del CD…
Senza dimenticare, ad esempio, le suggestioni crepuscolari e "notturne" di "And All My Dreams, Torn Asunder", costruite intorno a toccanti parti di piano di Philippe Blache/ Day Before Us, o il "monolitico" brano introduttivo, "The Epitome of Ingratitude", quasi tredici minuti di oscure e magmatiche stratificazioni sonore in continua, lenta metamorfosi…
Impianto grafico perfettamente in linea con il contenuto musicale, basato su immagini piuttosto inquietanti, in particolare vecchie e degradate foto in bianco e nero con ritratti di donne e bambini (e un gatto…) a cui è stato "abraso" il volto…
Probabilmente il miglior album di Davide Del Col, anche considerando gli altri suoi diversi progetti musicali e le varie precedenti collaborazioni.
(Giuseppe Verticchio)
http://www.oltreilsuono.com/
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