ITA:
Antikatechon è attualmente considerabile come una tra le migliori espressioni italiane presenti nel sottosuolo dark-ambient. L'ideatore di questo importante solo-project è Davide Del Col, multiarticolato interprete di identità quali, dal 1999 al 2003, l'iniziale piattaforma death-industrial-minimal-ambient nota come Ornament con la quale completò un'interessante discografia comprendente dapprima il mini-album su cassetta "Strychninlovenectar", edito per la label Ossarium, seguito dagli album: "Adorers" licenziato dalla Oktagön nel medesimo 1999, "Unicorn Lullaby" pubblicato nuovamente dalla Ossarium nel 2000, "Yzaniaveis" del 2002 per la Blade Records, ed infine "Effortless", sei tracce realizzate nel 2003 e pubblicate in versione digitale nel 2006 dalla netlabel Benekkea. Seguì una seconda livrea, O Diabo De Vila Velha, in questa occasione contemplante formulazioni cosmic-80's electronics integrate nell'album "Zodiack Flenner Torpedo". L'estro compositivo e l'innato desiderio di progettare nuovi schemi favorirono l'edificazione di un terzo modulo chiamato Nimeton Geist attraverso cui l'artista esplorò meandri alternativi del concetto ambient gravitando così attorno la label The MGS, dimensione entro la quale conobbe il mastermind Fabio Volpi ed Accursio Graffeo, esecutori nel 2003 con Davide della struttura experimental-abstract-ambient Echran e degli album da essa scaturiti: l'omonimo "Echran" del 2005 rilasciato dalle etichette Smallvoices/Ebria Records, e "In Offret" realizzato nel 2009 per la label A Silent Place. L'attività collaborativa del protagonista continuò quindi nel 2007 edificando con Andrea Marutti il progetto ambient-glitch Molnija Aura, sodalizio dal quale scaturì nel 2010 attraverso la label Topheth Prophet lo splendido "Utopian Suns", album che sarà prossimamente recensito da Vox Empirea. La poliedricità di Davide Del Col è estesa anche all'interno di scenari diametralmente opposti alla matrice ambient e quindi alle sue ramificazioni; infatti è con il disegno Rhetra, intrapreso con la chitarrista-vocalist Sophia Anna Pezzali, che l'artista, alle sezioni basso e batteria, perlustrò nel 2012 le occulte angolazioni del black-metal con l'album "Ego Sum Mors Vestra" edito per la Heder Music. A completamento della biografia dell'autore, si menzionano altre due nebulose e misconosciute sperimentazioni: il duo-project 30 Seconds Over Teheran impersonato con Paolo Romano, membro della band jazzy-electroacoustic-rock I/O, ed una sommersa tape-release del 2011 congegnata sotto l'esplicito nome Davide Del Col, includente quattro episodi non titolati e nominata sinteticamente "H", capitolo in edizione limitata incorporato nella "Collezione Del Silenzio", rassegna di ventisei cassette appartenenti alla bipartizione della label Silentes, la Silentes Tapestry. L'elemento unitario che caratterizza ed unisce concettualmente gran parte del regime produttivo di Davide è una maestosa, corrotta ed impura aura di sacralità fortemente espressa sia nelle musiche che nei titoli stessi: Antikatechon rappresenta probabilmente l'indagine più profonda indirizzata in tal senso, una figura parallela mediante la quale l'interprete si spinge oltre la convenzionale non-musicalità immota che distingue il genere dark-ambient, fino al raggiungimento di una sottodimensione viva, pulsante, colma di solenni partiture, mistero e simbolismo, una lenta raffigurazione di suoni e scenografie ideali a carattere religioso intrecciate ad un'implicita marzialità, con l'introduzione di elementi melodici ed industrial-elettronics costruiti mediante drones e rumoreggi, oltre ad un massiccio impiego dell'apparato tastieristico. L'album "Chrisma Crucifixorum", pubblicato in formato digipak nel 2012 da una label che da tempo onora le mie pagine, la polacca Rage In Eden, giunge posteriormente all'ottimo debutto "Privilegium Martyrii" licenziato nel 2011 dalla Silentes Minimal Editions, interpretando in sei tracce gli aspetti di un cristianesimo antico quanto lugubre, umido e sepolcrale in cui la paura e la tetraggine originate dall'ignoranza umana stravolgono ed oscurano l'immacolata luminosità del culto ultraterreno rivelando l'essenza di ciò che per secoli si è temuto e si teme, invece di Ciò che si sarebbe dovuto amare. Il suono e l'immensità che Antikatechon esterna concede all'ascoltatore un lungo momento di riflessione sulla propria condizione spirituale, evidenziando il lato criptico ed oscurantista di un credo millenario senza necessariamente forzare nessuno dei suoi dogmi ma, al contrario, assentendo alla mente la libertà di dare la giusta collocazione al significato intrinseco contenuto in questa preziosa opera. L'apertura della tracklist avviene mediante "Altaria Expiationis" e le sue algide volatilizzazioni dark-ambient simili al prolungato respiro di una creatura mitologica, riverberi ed amplificazioni soffiate tra gli ombrosi corridoi di un'infinita cavità sotterranea, modulazioni che si diluiscono gradualmente fino ad estinguersi tra gli inattesi arpeggi di una chitarra di cristallo avvolta dalle malinconiche e solenni scie tracciate dalla tastiera. Oceaniche quantità di materia neutronica sgorgano da "Delubra Vexatorum", un obscure-ambient con venaure industrial nei cui rumoreggi echeggiati e nelle cui tenebrose espansioni si avverte una potente carica emozionale prossima all'angoscia, mentre nella successiva "Violatio Sigillorum" il sound crea ipnotici meccanismi ritmico-programmati oltre i quali si libra un fraseggio distorto ed una sinfonia di ghiaccio foggiata dalla key. "Convivium Vulturum" ottenebra l'ambient per mezzo di regolari innalzamenti tastieristici trainati a loro volta dall'opaca energia tridimensionale prodotta dalle macchine e dalla lenta glacialità di un battito sintetico. L'ascolto della seguente "Cunabula Improbitatis" proietta sensazioni di inquietudine ed alienazione generate da spiralizzazioni dark-ambient e da vocals destrutturati, del tutto simili allo spietato intercalare di un inquisitore, trasmessi nel primo segmento del brano ed in seguito soppiantati da passi strascicati in un crescendo di pads color notte, baratri elettronici e soffi ascensionali trafitti dall'immaterialità di raffiche computerizzate. L'omonima "Chrisma Crucifixorum" chiude la sequenza delle tracce propagando in un cupo ambient risonanze pregne di marzialità ed anche il percettibile senso di un qualchè di indescrivibilmente nostalgico, suggestioni impresse nelle fredde ed ascensionali orchestrazioni della tastiera, nelle microparticelle ritmiche disseminate lungo le strutture, e nelle electro-ondate che lambiscono i margini delle stesse. Antikatechon scandaglia le abissali depressioni e gli avvallamenti dell'ambient-sound alla ricerca di un equilibrio, perfettamente raggiunto, tra atavica evocazione, oscurità esecutiva ed avanguardia, originando una release che sussurra con voce sibillina ignoti arcani e memorie afflitte, tormentate dalla persistenza di atmosfere gravide di oppressione emotiva. "Chrisma Crucifixorum" è un album eminente, livido, fondamentale per l'audiofilo devoto al dark-ambient di elevata qualità, un'esperienza da vivere con assoluta partecipazione avventurandosi nei remoti antri del suono più desolato. Chi decidesse di avvicinarsi alla musica appartenente a questo progetto con cosciente predisposizione incontrerà frequenze superbamente colte, razionali e nel medesimo tempo eteree: ogni singolo istante trascorso immersi in questa tracklist significherà avanzare di molte lunghezze nel proprio cammino evolutivo.
ENG:
Antikatechon is currently considerable as one of the best expressions of the Italian dark-ambient underground. The creator of this important solo-project is Davide Del Col, multi-articulated interpreter of identities which, from 1999 to 2003, the initial death-industrial-minimal-ambient platform known as Ornament with which he completed an interesting discography with the first mini-album on cassette "Strychninlovenectar", published by the label Ossarium, followed by the album: "Adorers" released by the brand named Oktagön in the same year 1999, "Unicorn Lullaby" issued by Ossarium in the 2000, "Yzaniaveis" of the 2002 released by Blade Records, and finally "Effortless", six tracks made in 2003 and published in digital version in 2006 by the netlabel Benekkea. There was a second livery, O Diabo de Vila Velha, on this occasion contemplating formulations cosmic-80's electronics integrated in the album "Zodiack Flenner Torpedo". The compositional inspiration and innate desire to design new schemes favored the construction of a third module called Nimeton Geist, through which the artist explored the concept gravitating around the the label The MGS, dimension within which he met the mastermind Fabio Volpi and Accursio Graffeo, performers in 2003 with Davide of the experimental abstract-ambient structure called Echran and of the album from it resulted: the eponymous "Echran" of 2005 issued by the labels Smallvoices / Ebria Records, and "In Offret" built in 2009 for the label A Silent Place. The collaborative activity of the protagonist then continued in 2007 building with Andrea Marutti the ambient-glitch project called Molnija Aura, an association from which flowed in 2010 through the label Topheth Prophet the splendid album "Utopian Suns" that will soon be reviewed by Vox Empirea. The versatility of Davide Del Col has spread within scenarios diametrically opposed to the ambient matrix and therefore its own ramifications, in fact is with the design Rhetra, embarked with the guitarist-vocalist Sophia Anna Pezzali, that the artist, at the bass and drums sections, scours in 2012 the occult angles of the black-metal with the album "Ego Sum Mors Vestra" published by Heder Music. At completion of the author's biography, we mention two other nebulae and undetected experimentations: the duo-project 30 Seconds Over Teheran finalized with Paolo Romano, a member of the electroacoustic-jazzy-rock band named I/O, and a hidden tape-release of 2011 devised under the explicit name Davide Del Col, including four untitled epidodes and briefly entitled "H", a chapter issued in limited edition incorporated in the "Collezione Del Silenzio", a series of twenty-six tape cassettes belonging to the sub-division of the label Silentes, the Silentes Tapestry. The unitary element that characterizes and interrelates conceptually large part of the Davide's production regime is a majestic, corrupt and impure aura of sacredness strongly expressed both in the music than in the titles: Antikatechon probably represents the deepest investigation addressed in this sense, a parallel figure by which the interpreter goes beyond the conventional non-musicality that distinguishes the dark-ambient genre, until the attainment of a vivid, pulsating sub-dimension, full of solemn formulas, mystery and symbolism, a slow representation of sounds and ideal scenographies of religious feature intertwined with an implicit martiality, with the introduction of melodic and industrial-elettronics elements constructed by drones and noises, in addition to a massive use of the key apparatus. The album "Chrisma Crucifixorum," published in 2012 on digipak format by a special label that has long honored my pages, the Polish home Rage In Eden, comes posteriorly the excellent debut "Privilegium Martyrii" issued in 2011 by the Silentes Minimal Editions, interpreting in six tracks the aspects of Christianity as antique as mournful, humid, sepulchral, in which the fear and the gloominess generated by the human ignorance distort and obscure the immaculate brightness of the otherworldly cult revealing the essence of what that for centuries was feared and it is feared, rather than What you would have loved. The sound and the immensity that Antikatechon externals concede to the listener a long time to reflect on his own spiritual condition, highlighting the cryptic and obscurantist side of a millennial belief without necessarily force any of its own dogmas, but, on the contrary, consenting to the mind the freedom to give due place to intrinsic meaning contained in this valuable work. The opening of the tracklist is by "Altaria Expiationis" and its icy dark-ambient volatilisation like the prolonged breathing of a mythological creature, reverb and amplification blown into the shady corridors of an endless underground cavity, modulations that are gradually diluted till extinction into the unexpected arpeggios of a crystal guitar wrapped by the melancholy and solemn trails traced by the keyboard. Oceanic amount of neutron matter flow from "Delubra Vexatorum", an obscure-ambient track with industrial venaure in which its echoed noises and in which its dark expansions you feel a powerful emotional charge next to the anguish, while the subsequent "violatio Sigillorum" the sound creates hypnotic rhythmical-programmed mechanisms over which hovers a distorted phrasing and a iced symphony forged by the key. "Convivium Vulturum" obscures the ambient modules through regular keyboard elevations haul by the opaque, three-dimensional energy produced by machines and by the slow chillness of a synthetic beat. The listening of the following "Cunabula Improbitatis" spreads feelings of anxiety and alienation generated by dark-ambient spirals and unstructured vocals, similar to the merciless interlayer of an inquisitor, transmitted in the first segment of the song and then supplanted by shuffling steps in a crescendo of night-coloured key pads, electronic abysses and ascending murmurs transfixed by intangible computerized guts. The eponymous "Chrisma Crucifixorum" closes the tracks sequence propagating in a dark-ambient a lot of resonances pregnant of martiality and also the perceptible sense of something indescribably nostalgic, suggestions imprinted in the cold and ascending keyboard orchestrations, in the microparticles rhythmically disseminated along the structures, and in the electro-waves that touch their edges. Antikatechon fathoms the abysmal depressions and the valley of the ambient-sound in search of a balance, perfectly reached, between atavistic evocation, dark executions and avantgarde, originating a release that whispers with sibylline voice unknown mysteries and afflicted memories, tormented by the persistence of atmospheres full of emotional oppression. "Chrisma Crucifixorum" is an eminent album, bruising, fundamental for the audiophile devoted to the dark-ambient of high-quality, an experience to live with absolute participation venturing into remote caves of the sound more desolate. Those who decide to approach to the music belonging to this project with conscious predisposition will meet frequencies superbly cultured, rational and ethereal at the same time: every single moment spent immersed in this tracklist will mean to advance of many lengths in our evolutionary path.
(Maxymox)
www.voxempirea.com
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