Di Davide Del Col sappiamo parecchio, perché nel corso degli anni lo abbiamo intervistato, recensendolo più volte. Antikatechon è qualcosa che progredisce conservando, nel senso che le influenze sono dichiarate, ma i dischi cambiano. Logicamente il peso della Cold Meat Industry si sente, ma ogni volta Davide aggiunge qualcosa che lo salva dalle accuse di ripetitività e manierismo. Anche gli ospiti fanno pensare al desiderio di avanzare senza perdere le proprie sicurezze: il primo è Giuseppe Verticchio (Nimh), con il quale da sempre Davide collabora, e Philippe Blache (Day Before Us), col quale interagisce per la prima volta su disco, ma che è una vecchia conoscenza di Verticchio, quindi in qualche modo tutto si tiene. Il francese impreziosisce col piano “And All My Dreams, Torn Asunder”, mentre Giuseppe è co-autore di “From Defeat to Disintegration”, una traccia che unisce dark ambient, noise e campionamenti (nuovamente) di piano che sembrano quasi emulare quelli di Tim Hecker in Ravedeath, 1972, anche se – come intuibile – non c’è alcuna parentela tra i due dischi. Al centro di tutto, la title-track, imponente e tragica.
Di per sé è un buon album, potrei dire che non lo dubitavo. Chiaramente Antikatechon – e la metafora religiosa ci sta tutta – predica ai convertiti.
(Fabrizio Garau)
http://www.thenewnoise.it/antikatechon-feel-nothing-but-repulsion/
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