La bambina in copertina è senza volto. Al contrario le bambole di 'Woe Is The Reward', lasciate marcire in chissà quale fossa, un volto ce l'avevano eccome. Quello sguardo vitreo ti entrava dentro e invece in questo caso dobbiamo costruire un immaginario più complesso e articolato. Nel mentre veniamo rapiti dalle divagazioni in ambito dark ambient di Davide Del Col, sempre puntuale nei suoi studi, che appare meno timoroso di svelare al pubblico le sue influenze legate al catalogo della Cold Meat Industry o addirittura ai Kirlian Camera. 'I Feel Nothing But Repulsion' è inoltre un lavoro più condiviso, spicca infatti la presenza di Giuseppe Verticchio, co-autore di 'Front Defeat To Disintegration', e Philippe Blache, che si siede al pianoforte nell'evocativa 'And All My Dreams, Torn Asunder'. Un tocco di Nimh e Day Before Us che finisce per esaltare ancora di più la matrice industriale di certi passaggi e l'apertura mentale di un architettto del suono che stavolta propende maggiormente per una solitudine sociale cronica che per le atmosfere liturgiche-apocalittiche di un tempo. Drone, field recordings, chitarre noise e addirittura una voce femminile sono gli strumenti con cui viene allestito un crescendo mirabile che dura per quasi settanta minuti. La chiusura è affidata a 'The Smell Of A Dying Saviour' che mostra come Hall Of Mirrors abbia acceso una sorta di sfida all'interno del panorama italiano.
(Lorenzo Becciani)
http://www.suffissocore.com/portal/review/9986/antikatechon-i+feel+nothing+but+repulsion
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