mercoledì 13 agosto 2025

Antikatechon: "Echoes from the Aureate Heavens" CD reviewed on "Onda Rock"

A tre anni dal precedente “Sublime Ascension” Davide Del Col pubblica il nuovo album del suo progetto Antikatechon, “Echoes from the Aureate Heavens”, ancora una volta per l’tichetta polacca Heerwegen Tod Production.

La partenza è da brividi, con i primi suoni di “Towards Zero” in grado di trasportare letteralmente in un’altra dimensione: un loop oscuro carico di mistero avvolge subito l’orizzonte degli eventi, mentre prima una voce femminile lontana, poi l’immancabile nebbia di chitarre elettriche trasportano in un crescendo che trascina nei meandri dell’oscurità.

Il suono è ricco di dettagli e avvolge l’ascoltatore tra panorami a tratti austeri, a tratti soavi e luminosi.

Proprio questa la novità principale di un disco che sembra segnare una svolta nella carriera decennale del musicista milanese: aver introdotto in modo sempre più presente, strati di elettronica che risolvono le caratteristiche cavalcate nell’ombra in oasi di luce.

Come nella battaglia infernale di “Die Offenbarungsmaschine” che a metà corsa si apre con una melodia accecante degna dei più romantici In The Nursery.

Non mancano le visioni ultraterrene con riferimenti all’epica greca come nell’ambient stellare di “Praying Maidens Before The Fountains of Ichor”, tra i brani più melodici ed epidermici dell’intera carriera del musicista milanese. Lunghissimo finale di scaleta con l’omonima cavalcata austera di quasi venti minuti “Echoes from the Aureate Heavens”.

Voto: 7

(Roberto Mandolini)

https://www.ondarock.it/recensioni/2025-antikatechon-echoes.htm?fbclid=IwY2xjawMJOIRleHRuA2FlbQIxMQABHtD6lL0EV30ozsjieKk86HTAZNCgXCDvt0k4z-j6Um7-vKLA-n12v7uWzV8v_aem_XGzZYMIPgZBvzOg_jM9RUw

Antikatechon: "Echoes from the Aureate Heavens" CD reviewed on "Sodapop"

Il ritorno di Davide dal Col a nome Antikatechon è coerente con il titolo scelto e lascia spazio a voci fuori dal tempo, sontuose e magiche in una nebbia sonora oscura come un passaggio fra realtà ed ultraterreno. Sale e si inerpica dove la luce si fa bianca, l’aria viene a mancare e lo scenario cambia.

I cinque movimenti di Echoes from the Aureate Heavens sembrano essere rappresentazioni in movimento di scenari epici fuori dalla grazia dell’umanità, con bordoni ad avvilupparsi su se stessi come flussi di energia scalpitante in Die Offenbarungsmaschine, una macchina rivelatoria che svela una costruzione sonora giro su giro, in continuo movimento come un vaso sopra ad un tornio che impercettibilmente si modifica al tatto. Quella di Antikatechon è musica crepuscolare, oscura talvolta: dark-ambient che si prende il suo tempo per dispiegare le sue ali, prendendo un salmodiare ritmico al quale si aggiungono quel che sembrano versi in russo per un tocco di sacrale ambiente. È un racconto sui massimi sistemi che tramite suoni, immagini evocate e lenti movimenti foraggia un senso di meraviglia all’ascolto. A tratti accarezza l’idea di una musica new age ante litteram, quasi ante homini per la calma placida con la quale ci trasmette questi echi. Echi che, quasi per processo di sonificazione, si esprimono convertendo dati astronomici in quasi un’ora di oscuro viaggio astrale. Non un disco semplice nella sua fruizione ma che ripaga con un suono che pare in continua evoluzione, proprio come l’universo, grazie a dio.

(Vasco Viviani)

https://www.sodapop.it/phnx/antikatechon-echoes-from-the-aureate-heavens-heerwegen-tod-2025/?fbclid=IwY2xjawMJN7dleHRuA2FlbQIxMABicmlkETExSWFIeHRFMVdvSEI4ekZ1AR4e3dIgGxR0pnCmU3cSkunL356FrEpfjasTu6WxqdhPNB9jrOjAmFbRhnJ8Fw_aem_tD8vxnol80p3ylmgmwXq8A